Don Bosco – da Sampierdarena la partenza di 36 missionari

Il 16 e il 17 settembre incontreranno a Genova il sindaco e il vescovo ausiliare, il gruppo più numeroso è quello dei vietnamiti

AGGIORNAMENTO….

COMUNITÀ DIOCESANA
Parte da Genova il Don Bosco missionario Celebrazione per i 150 anni dalla prima spedizione missionaria

Don Bosco non era abituato a piangere. Il suo cuore partì con i suoi figli. Mentre li accompagnava alla nave, prima dell’ultimo saluto, affidò loro il suo “Sogno”:

”Vi raccomando poi con insistenza particolare la dolorosa posizione di molte famiglie italiane che numerose vivono disperse in quelle città ed in quei paesi in mezzo alle estese campagne … Andate, cercate questi nostri fratelli, cui la miseria o la sventura portò in terra straniera e adoperatevi per fare loro conoscere quanto grande sia la misericordia di quel Dio, che ad essi vi manda per il bene delle anime loro per aiutarli a conoscere e seguire quella strada, che sicura conduce all’eterna salvezza.”

Quest’anno verrà salutata la 150^ spedizione.

Roma, luogo di preparazione della missione, con Torino Valdocco, fu il fulcro da cui Don Bosco iniziò la missione tra i giovani poveri e abbandonati. Genova è la rampa storica di lancio. Il sogno di Don Bosco era di arrivare in Patagonia… fino alla Pampa. Tutte zone care a Papa Francesco.

Non è un caso che 8 dei 36 missionari di questa spedizione vengono inviati in Amazzonia, territorio simbolo per Papa Francesco per la difesa ambientalista.

I 36 missionari voleranno in vari stati del mondo e a Sampierdarena troveranno salesiani che lavorano con giovani di 40 nazioni.

Lunedì 16 settembre verranno a salutare i missionari Mons. Nicolò Anselmi, che presiederà i Santi Vespri alle ore 19.30, e il sindaco della città Marco Bucci.

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di MARCO ANSALDO — Articolo su Repubblica.it Vedi….

Centocinquanta missioni e Genova come fulcro del viaggio. Don Bosco ne ha fatta di strada. A Sampierdarena c’è ancora la sua stanza. E i salesiani impegnati nella 150ma spedizione che da Roma li porterà prima a Genova, e poi a Torino prima di disperdersi nel mondo a portare la parola del Santo, uno dei piu amati, si preparano a soggiornare sotto la Lanterna e a ricordarne la vita e le gesta.
Verso l’Argentina, verso la Patagonia, diffondendosi sulla Pampa. E provenendo oggi, molto spesso, da latitudini opposte, spesso l’India o il Vietnam, magari l’Africa più profonda. Questa è la realta della Congregazione dei salesiani oggi. Chiaro che l’Italia, Roma soprattutto, da dove sono partiti nei giorni scorsi, resti comunque il centro. Con Torino, la citta dove don Bosco morì nel 1888, come appendice fondamentale. E Genova, la porta e la rampa di lancio.
Dice don Gianni Rolandi, collaboratore del Consigliere generale per le missioni Guillermo Basanes, il quale raggiungerà il gruppo dei viaggiatori di questa missione speciale a Torino il 29 settembre: « Don Giovanni Bosco ebbe questa intuizione fin dall’inizio.
Il suo sogno, realizzato nel 1875, anno della prima missione in Argentina, era di arrivare fin lì è poi in Patagonia. Un contributo dell’Italia religiosa per dare assistenza ai primi emigrati del nostro Paese, che si sentivano un po’ spersi, e poi anche alle popolazioni locali. Fino ad arrivare alla Pampa».

Tutte zone molto care a Jorge Mario Bergoglio. Non a caso il Rettore maggiore dei salesiani invierà 8 dei missionari impegnati in questa spedizione in Amazzonia, territorio prediletto da Papa Francesco, che ne ha fatto il simbolo di una difesa ambientalista che va al di là della grande regione sudamericana. C’è un accordo preciso con il Pontefice? «C’è un’intesa in senso lato — spiega don Rolandi — il Rettore ha deciso di farlo in un segnale di comunione con l’intento del Santo Padre».
A Genova il gruppo di 36 missionari si fermerà due giorni, il 16 e 17 settembre. Tappa fondamentale: Sampierdarena — oggi quartiere per tante vicissitudini sempre più al centro dell’attenzione — con una sosta davanti alla stanza dove lo stesso Santo si riposò, e forse una possibile visita al faro della Lanterna simbolo della nostra città. Visiteranno la Casa salesiana, con loro ci sarà il sindaco Marco Bucci e il vescovo ausiliare monsignor Nicolò Anselmi, dato che il cardinale di Genova, Angelo Bagnasco, si troverà all’estero.
Sono in maggior parte giovani che hanno già fatto il noviziato è il postnoviziato in filosofia e pedagogia. I membri piu anziani raggiungeranno poi il gruppo a Torino. Avendo avviato le missioni nel 1875, il 150mo cadrebbe esattamente nel 2025. Però i salesiani si sono impegnati in alcuni anni in più viaggi, a volte 2 o 3 nello stesso periodo, e dunque quella in corso casca con un anniversario rotondo. A Torino, il 29 settembre, i 36 missionari riceveranno dal Rettore maggiore, che è il Superiore generale della Congregazione, la croce missionaria nella basilica di Maria Ausiliatrice. Da lì partiranno per ben 16 Paesi diversi, nella loro opera di aiuto e evangelizzazione. Il gruppo più numeroso è composto di 17 vietnamiti, presto impegnati in Brasile, Bolivia e altre nazioni latinoamericane. Don Gianni Rolandi fa infine una considerazione che colpisce: «In questi anni si capisce il cambio del volto di don Bosco — dice — infatti ci sono sempre più vietnamiti e indiani, e sempre meno europei. Tanti dal Kenya, o dalla Tanzania. Per me è un bel segno. Un segno di speranza, mentre nel Vecchio continente la popolazione sta invece invecchiando. Sono consapevole che in Italia la cosa in alcuni possa lasciare un po’ perplessi. Però questa missione dà molta fiducia anche in questo senso».

Il Don Bosco di Sampierdarena